IL CONTESTO DI VIOLENZA INDISCRIMINATA PRESENTE IN PAKISTAN GIUSTIFICA IL RICONOSCIMENTO DELLA PROTEZIONE SUSSIDIARIA
Con ordinanza pubblicata in data 10 marzo, il Tribunale di Milano ha accolto la domanda di protezione internazionale svolta, col patrocinio del nostro studio legale, da un cittadino pakistano di etnia punjabi.
Il Giudice ha infatti ritenuto "pacifico che il Pakistan sia stato e sia tutt’ora teatro di attentati sempre più frequenti che determinano una crescente insicurezza nel paese anche per l’instabilità politica ed il ritorno all’azione di gruppi talebani che mirano a riportare in auge il fondamentalismo islamico". In particolare, prosegue ancora il Giudice nel provvedimento, "Il paese è caratterizzato da una forte discriminazione tra le minoranze religiose con persecuzione degli sciiti (come il ricorrente) ad opera dei sunniti talebani, tale da potersi definire quasi una guerra di religione, con episodi cruenti riportati dalla stampa internazionale che nel 2013 riferiscono di 400 vittime. La condizione del Pakistan appare" conclude quindi il Giudice, "particolarmente delicata, connotata da un elevato rischio di attentati terroristici, nonché teatro di sequestri da parte di gruppi criminali, scontri e disordini a carattere religioso - circostanze queste anche richiamate dalla sentenza Cass. N. 17951/2015 – tale da far supporre che, in caso di rientro, il ricorrente correrebbe il serio rischio di un danno grave e ed individuale alla propria vita, proveniente sia da soggetti privati che pubblici, in un contesto in cui gli organi dello stato di provenienza non possono fornire al ricorrente un’idonea protezione; tutto ciò giustifica il riconoscimento della protezione internazionale, nella forma della protezione sussidiaria".